martedì 26 gennaio 2010

Big Day (Out)

Parentesi pre blog: le scelte potevano essere di un blog turistico o di un blog esperienziale. Il primo lo escludo anche perché il turista vero non viene a Melbourne; il secondo si poteva fare tranquillamente da Milano. L’opzione, discutibile, è la via di mezzo.Parentesi viaggio: bruttino. I bambini sotto i tre anni che piangono in aereo fanno molto male. Soprattutto se uno ha paura dell’aereo.









Mi sveglio verso le undici..boh, non so bene. Clima di festa qui in Australia: oggi è l’australia day, ma soprattutto, i cugini del partito dell’amore, i falsi proletari, hanno preso due pere nel derby. Meraviglioso scendere dall’aereo e vedere un sms del proprio padre che al posto del banale “Arrivati?” recita “vinto 2-0”. Fa caldo ma c’è vento mischiato a rumore di frasche e gli alberi che vedo qui dalla mia finestra in King William st. hanno pure i fiori. Bianchi.
Servito e riverito ieri sera da Carlo che mi ospiterà per i prossimi giorni in attesa di una casa i in cui disfare la valigia, sono carico per la giornatina. Doccia, pantalone corto (ieri lì nevischio?), zaino e via. Qui ci serve subito un breakfast maleducato o un hamburger buono. Bisogna capire di che morte voglio morire ma lo scopriremo presto.
Essere a due passi da Brunswick st è fantastico. Quelli che sono venuti qui lo sanno. Assieme alla sua parallela verso Collingwood, Smith st, Brunswick è una via piena zeppa di bar, caffetterie, ristoranti più o meno etnici, negozi clamorosamente allettanti. Quartiere in passato leggermente malfamato, è oggi cuore pulsante della musica dal vivo e del muffin facile. Diciamo zona ticinese?Bah. La prima cosa che colpisce nel mio breve giretto è il profumo di pesche di un fruttivendolo. Quello che da noi si sente in estate. Perché se le vuoi in inverno le trovi…ma è grazie al caldo che si sprigiona il profumo. Fantastico. Anche perché sembra che la città debba ancora svegliarsi. I cafè si aprono piano piano ma sono ancora vuoti e qualche signore aussie stiloso legge il giornale. E’ pieno
di divanetti sul marciapiede per leggere. E va bene che vi svegliate piano piano, ma io devo mangiare. Si percorre tutta Brunswick verso Victoria Parade, prelevo soldi dallo stesso bancomat che due anni fa mi aveva ciulato la carta (vincere la scaramanzia, prendersi una rivincita su una stupida macchina) e poi guarda te..si ha il magone all’angolo, lì dove 30 passi più a est c’è la mia vecchia casa dove Sarah sta preparando un bbq che devo bocciare, purtroppo.E’iniziato il momento amarcord. Percorrendo Victoria pde in direzione ovest, proprio davanti al benzinaio all’altezza di Gore st, c’è lo
stesso traliccio di due anni fa che frigge per la corrente; il ticchettio dei semafori che segnala il verde; l’odore di cibo, italiano o quasi, di Lygon st; Carlton Espresso;il Bar Centrale dove due anni fa ho avuto il piacere di vedere l’Italia del rugby pettinata a mani basse dagli All Blacks (era anche il giorno di Italia-Francia per le qualificazioni mondiali..una delle partite più noiose della storia del calcio…giornatina da ricordare con un sorriso amaro, dunque. Giornatina da “bene ma non benissimo”). Insomma, tanti ricordi ma…devo mangiare.
Finalmente lo trovo: Grill’d. Ci sono andato anche a ottobre.E’ buono, mi fido. Mangio in un tavolino sul marciapiede e mi sbrodolo ma fa niente. Finisco di mangiare e mi scrive Mik. Dobbiamo vederci per andare al Big Day Out Festival, festivalone per il quale Brendan ha un biglietto per me. E allora paura. Si va, lasciando un po’ lontana la city che ormai è a pieno regime, carica…carica.
Big Day Out. Sarò breve. Oltre 15mila persone. 25mila per la questura che, come vedete dai numeri, qui è presa bene e vede sempre il lato positivo. In ogni caso tanta tanta gente e un sole che alla lunga scotta. Lily Allen da paura..simpatica e bella (non voglio sentir parlare di cellulite. La sua si chiama salute). Calvin Harris impressionante come tiro e band al seguito. Suoni figosi, synth acidi al punto giusto. Sulle note di “I’m not alone” mi sono emozionato. Muse soliti mostri per un motivo molto semplice: sono in tre, sembrano in dodici. Peaches fuori di melone. Groove Armada bene bene bene. Ma proprio bene. Poi tanta altra roba…colori, donne non sobrie, Alborosie sparato nelle casse di un palchetto secondario, tanta gente in costume, tanti uomini a petto nudo (hanno i capezzoli piccolissimi gli australiani, mi è caduto l’occhio. I capezzoli delle donne non li ho visti).
Ora devo dormire. E ricordatemi che domani devo mettere la crema. Son già tutto rosso. Sì, devo mettere la crema.



1 commento:

  1. Finalmente lì, dove volevi essere. Ora assieme al blog riempi le pagine della tua esperienza.
    E riempi le nostre giornate che hanno bisogno di sole, seppur filtrato dallo schermo di un PC.
    Sempre con molta calma perchè, come dicono da quelle parti, life's not a race.
    Have fun!
    P.S. Devo avere origini australiane. I miei capezzoli parlano chiaro.
    1$A

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