martedì 13 aprile 2010

Belli e Bali

In realtà è come se non fossi già più qui. Inevitabile. Come il Fuorisalone. Inevitabile. Ruolo nobile, il nostro di 'umanistici'. In un mondo che si riempie di strumenti ed arnesi tecnologici noi ci facciamo strada col pensiero e con i pensieri. Nostri e degli altri. Nobili e coglioni. Una volta tornato, bisognerà vedere se rimanere puri o meno. Intanto siamo invidiosi, lo ripeto. Non solamente io da qui ma anche gli altri lì nella stessa condizione. Siamo invidiosi ma arrivati ad una certa età forse bisognerebbe smetterla. Il problema è che la si smette solo quando la conquista è l’invidia di chi prima si invidiava. Un gioco al rialzo mica da poco. Non ce la passiamo bene noi parolieri senza collocazione. Per cui ci toccherà prima eliminare questo malessere e poi aprirsi al mercato. Ecco, lavoriamo su questo. Una premessona per sottolineare che questa parentesi australe non avrebbe avuto nulla a che fare con un cambio professionale o con una scelta di vita. Una parentesi terapeutica fatta di civiltà e radio (http://www.youtube.com/watch?v=tHAhnJbGy9M&feature=fvst ). Due cose che mi affascinano fin da quando sono piccolo. Due cose molto simili:entrambe scandiscono i momenti di un individuo ed entrambe si rompono lasciandoci soli. Per cui, tornando a noi, abbiamo respirato la civiltà e l’ottimismo nonché il ruolo vitale della persona, e ora possiamo anche ributtarci nell’habitat naturale senza troppe conseguenze. Ma prima bisogna abbronzarsi. So che non c’entra nulla ma è così. Mi devo abbronzare. Nessuno mi crederebbe se tornassi pallido dall’Australia. Quindi Bali. Via, trac. Bali. Qui si è vicini a posti che con ogni probabilità non si rivedranno più e la scongiura di un rimpianto non ha prezzo. Bali. Poi ci siamo. Poi ci vediamo lì entro breve. Ultime cartucce, nemmeno troppo potenti a dir la verità, per cronacheironiche. Ultime cartucce, ultimi proiettili che colpiscono di meno. Credo dipenda dal desiderio positivo di sparare le bombe ironiche una volta tornato. Dal vivo. Ma anche a sto giro siamo collassati sul cronache e ci siamo fatti avvolgere poco dall’ironiche. Non è un caso visto il momento. Non è assolutamente un caso.

Intanto mi sono trasferito e mi sento rinascere. Nel nuovo appartamento gentilmente messo a disposizione da un collega della radio cammino scalzo e la sensazione è nuova. Così come nuova è l’emozione nel raccogliere una penna rigata caduta nel momento dello scolo dell’acqua nel lavandino per rimetterla nella pentola. In Shelley st solitamente non c’era tempo per raccoglierla: in circa 0,8 secondi un insetto ci avrebbe cagato sopra. In Shelley i cibi che cadono per terra, se non vengono presi d’assalto da vermi, lumache, mosche, topi, cani, gatti, elefanti o giraffe, è perché pure i vermi, le lumache, le mosche, i topi, i cani, i gatti, gli elefanti o le giraffe hanno paura di contrarre qualche malattia brutta. Ieri mi sono preso un momento per guardare bene quel postaccio della mia ex casa e l’ho trovata bella. Mi sono messo nel giardino a bere una birra da solo. In compagnia dello sferragliare del treno che passa quasi sopra il tetto e di qualche macchinona elaborata che passa davanti all’entrata principale. E pazienza se lo sferragliare erano topi nel sottotetto che squittivano mentre il rombo del motore era soltanto un rutto ben assestato di John proveniente dalla zona giorno. Mi sono commosso in ogni caso.

Un ultimo accenno alla festa di settimana scorsa, quando insieme a Pat sono andato ad ascoltare Kaigen (l’mc giapponesino, ricordate?). Chiedo scusa in anticipo per la confusione del racconto che verrà. Questo il dialogo in macchina:

“Allora dov’è sto posto?Com’è?”

“Carino, in High st. E’ un negozio di calze”.

“Ma il concerto?”

“Eh, nel negozio di calze. Cioè, entri nel negozio e poi apri una porta e c’è una saletta dove Kaigen suona. Anzi, sbrighiamoci”

Entriamo nel negozio di calze, alcune carine tralaltro. Soprattutto per donne molto estroverse, diciamo. Lo attraversiamo ed andiamo alla porta, la apriamo. Posso dire che è stato molto affascinante ritrovarsi in un universo omosessuale così spinto. Ad accoglierci ragazze molto più maschili di me e per la verità vestite molto meglio di me. Ma se devo dirvi la vera verità anche con un odore molto più forte del mio e con tanti, tantissimi peli sotto le ascelle. Immagini che non dimenticherò. Una aveva anche dei baffoni capaci di far impallidire il mio anonimo pizzetto. Tante catene al collo, poco profumo e magliette da basket. La riassumerei così. Poi sono arrivate 3 ragazze uscite, male, dagli anni ’80. Delle Cindy Lauper odorose ma molto fiere. Ma con me e Pat c’erano tante altre persone. C’erano tantissimi gay stilosi e dei signori un po’ esagerati a mio parere. Uno biondino era in abito da sera rosso, con calze a rete e rossetto rosso ciliegia. Impeccabile ma forse troppo sofisticato per una serata nel retrobottega di un negozio di calze. Dopo il dj set di Kaigen si è scatenato un inferno difficile da comprendere. L’odore è aumentato proporzionalmente ai corpi contenuti nella stanza. Due ragazze hanno messo i dischi, utilizzando il microfono della consolle per amplificare finti orgasmi mentre altre due amiche, sdraiate per terra hanno mimato atti sessuali. Nulla contro questo show che nell’immaginario maschile ci può anche stare. Ma vi ricordo, ancora una volta, il discorso dei corpi e degli odori. Per cui vederle levarsi la maglietta ed agitare quegli abiti intrisi di vita ha spazzato via ogni potenziale libido. In tutto questo immaginatevi il signore in abito da sera che cerca di attaccare bottone ballando su musica di difficile ascolto. Immaginatevi di andare a fare la pipì ma, una volta saliti le scale, trovarsi davanti ad una tizia in mutande e reggiseno intenta a farsi pitturare interamente di nero da una delle Cindy Lauper. Immaginate clienti del negozio di calze entrare nel retrobottega per unirsi alla festa. E poi arrivano dei punk, e la musica è altissima e alcune ragazze continuano il gioco del mimo sessuale fino a quando dalle scale non scende una mummia zombie con tanto di bende e faccia deformata pronta a chiudere la serata dei dj. Attacca la musica, urla, la gente applaude, lei urla di più e finge di venire uccisa, la gente è in delirio, lei si rialza e continua a produrre suoni gutturali mentre la gente nella foga ora rovescia anche la birra per terra ed il signore in abito da sera ha gli occhi lucidi perché nessuno attacca bottone con lui. Poi lei alza il volume nelle casse e su una musica tetra inizia a levarsi le bende mostrando il suo volto ed il corpo cioè quello pitturato di nero e scovato durante il mio bisogno fisiologico. Si leva le bende, dicevamo, urla ancora e scappa via, per poi tornare in lacrime ed essere abbracciata dalle Cindy Lauper. Ecco, il primo che mi parla di serata trasgressiva lì può andare a cagare.

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Consigli per gli ascolti

Non basterebbe un blog, invece, per raccontare l’esperienza musicale di questi mesi.

http://www.youtube.com/watch?v=acewfAQs_g0 Horrorshow con “In my haze”. Un capolavoro ascoltato per 3 giorni di fila. Un testo che parla di un viaggio. Io l’ho associato al mio. Poco importa se la canzone parli di magic mushrooms. Il risultato non cambia.

Il peperino inglese La Roux spacca e lo si sa già ma qui proviamo a rallentare il ritmo, ad abbassare le luci e a goderci la voce nel suo splendido riverbero, libera da basi troppo invasive. Check mood before listening. http://www.youtube.com/watch?v=CFW4LqsTPO0

Oltre 10 anni. Siccome siamo vecchi e ogni tanto abbiamo bisogno di farci del male, nei consigli per gli ascolti metto questa. http://www.youtube.com/watch?v=xGytDsqkQY8 . Non ho capito perché ma a gran parte delle persone che conosco fa scattare qualcosa. Magone, sorriso, freddo, calore. Sarà il piano. Poi fatemi sapere se succede anche a voi. Potrebbe essere l’inizio di un’analisi scientifica che parte dai Semisonic.

http://www.youtube.com/watch?v=p62rfWxs6a8&feature=fvst La regina oggi si merita due menzioni nel post. Sarà il freddo di Melbourne che punge. E’ che lei mi suggerisce sempre l’idea di un bel cappotto, elegante. E se non è un cappotto è un bel cappello di lana, indossato da una donna bella donna. Non chiedetemi il perché. Non esiste.

http://www.youtube.com/watch?v=DPPX6dZT0Vw&feature=fvst Una band che è rimasta sul mercato circa un paio d’ore per poi scomparire nel buio. Il loro cd è in macchina ed ogni tanto sa farsi ascoltare. A parte tutto è un bel lavoro e soprattutto è fatto da tanti potenziali singoli. Cosa che ormai capita raramente. Anche qui parliamo di quasi 10 anni fa. Ahia, un consiglio per gli ascolti commerciale.

La verità è che ho tanti altri nomi. Ma oggi sono troppo geloso per darveli. Un abbraccio

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