venerdì 5 febbraio 2010

Con la chitarra in mano?


Se non fosse per il tram, perennemente in orario, gli ultimi due giorni avrebbero regalato molte similitudini con Milano. Il grigio del cielo, il rumore dei copertoni che schiacciano l'acqua sull'asfalto......basta. Non è vero. Similitudini una mazza. Nonostante un gemellaggio di qualche anno fa c'è da lavorare. Per noi.

Ma adesso rimaniamo sul pezzo. Non c'è bisogno di allontanarsi molto dall'ultimo post che definirei delle "criticità umane". Ribaltiamo però protagonisti analizzati e punti di osservazione. Abbiamo parlato del loro modo di non guardarsi, del loro modo di conoscere ma della rarità nell'affezione, quantomeno per ciò che è diverso. Ora guardiamoci noi, qui. Ho la "fortuna" di un visto turistico che mi riporterà a casa; ho la fortuna di aver pianificato questo trimestre, incastrandolo tra countdown socio-economici che mi scandiranno il 2010 e non solo; ho pertanto eliminato l'ansia da ritorno forzato perchè ho in tasca un ritorno voluto. E quindi osservo con serena lucidità le altre persone, italiane e non, venute qui a cercar fortuna o riparo.


Un paese, l'Australia, che ora inizia a fare i conti con un'invasione asiatica fortissima verso cui il governo lascia trasparire qualche preoccupazione. Un paese, l'Australia, che deve iniziare a tagliare gli ingressi e lo fa dai visti 'skilled' e di sponsorizzazione, sostanzialmente i più professionalizzanti. Un paese, l'Australia, che non taglierà mai, per ora, gli student visa semplicemente perchè gli student visa garantiscono introiti che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Dopo il carbone, l'education è la seconda fonte di ricchezza della nazione. Pazzesco. Studia e lavora con il tuo part time: l'importante è che la tua prima rata del corso finisca nelle nostre tasche, subito. Un paese, l'Italia, che sforna insoddisfatti e vittime. Talvolta talenti coraggiosi che restano e raggiungono traguardi (talenti alla enne). Talvolta talenti intelligenti che riescono a cogliere opportunità estere. Ma, sostanzialmente, ha creato persone allo sbando, ed è quello che ho potuto vedere qui. Trentacinquenni che hanno mollato tutto portandosi dietro la compagna, chiudendo la propria attività e tornando studenti solo per 'stare' qui, lontano. Giovani freschi di master che ora, terminato il corso per acconciatori o panettieri qui, inseguono un sogno che sembra tardare ad arrivare. Lavoratori in nero cronici, falsificatori di firme e permessi per regalare a qualcuno 3 mesi di paradiso in più. Il paradiso non sembra esserci. E questa non è una terra promessa così abbordabile. Per la prima volta, dopo due anni di conoscenze italo-australiane, ho sentito italiani stufi che meditano un ritorno. Ho paura per loro, alle porte di un limbo pericoloso. Un paese, l'Italia, che noi amiamo ma che ci tolgono. E io voglio tornare un po' per giocare a riprendermelo e un po' per abbracciare gli amici italiani veri..tipo voi dai, ci siamo capiti. Ma qui ci saranno sempre più potenziali vittime, destinate forse ad aumentare perchè persone non formate dall'Italia, preparate alla fuga, alla distruzione e poco alla costruzione. E' lo scappare nudo e crudo che mi risulta difficile da capire. Va bene la storia del viaggio che basta e che si riflette in un viaggio interiore. Per piacere. per piacere. Ci vuole la crescita ma anche la costruzione.


Chiudo con ottimismo. In mezzo a tanti italiani allo sbando (tutto il discorso fatto si annulla per universitari e neolaureati.Anzi..universitari o neolaureati dovrebbero fare un'esperienza qui) ho trovato persone con grande pragmatismo e strumenti per costruire. Semplicemente, persone che sanno chi sono.


Richiudo con un episodio sgradevolissimo accaduto due sere fa qui nell'ostello Urban Central di Melbourne in City Road. Durante la classica musica diffusa presso il bar, il cantante che prima ci aveva abbondantemente spaccato i maroni con il suo cantautorato di cover ed accendini in aria ha compiuto il gesto che da sempre ritengo il più maleducato e basso. JB, così dovrebbe chiamarsi la bestia, ha mimato un assolo di chitarra su un assolo di chitarra. E' un vorrei ma non posso. E' un gesto privo di classe, privo di stile, pieno di protagonismo. Io se vedo una moto per strada non mi metto a mimare un'impennata. Io se guardo "LA PROVA DEL CUOCO" non mi metto a far finta di cucinare. Dicono che faccia eccezione il porno.


Consigli per gli ascolti:

-Kate Nash “Foundations”. Per tornare indietro di due anni e mezzo e credersi ancora in un’eta’ gradevolissima.

-Se dovesse esserci una di quelle giornate da cielo blu a Milano, una di quelle da bicicletta e da freddo che piace: The Slackers “What went wrong”

-Se siete soli come dei cani e avete paura che domani sia peggio, fuori e’ buio e vi state appoggiando al vetro gelido della finestra per rendervi conto di quanto stia diluviando, sfruttando un lampione che illumina le gocce: Fred Freddy’s Drop con “Hope”. Forse domani sara’ veramente peggio ma durante la canzone penserete che altri, soli come voi, ci sono eccome. Appoggiati alla rispettiva finestra gelida.


3 commenti:

  1. Vittime, 35enni, fuga, distruzione, terra promessa.
    Forse le cose stanno solo così, italia o non italia: si vuole andare, o almeno ci si prova. E non è il paese, anche se le modalità del nostro aiutano, è il sentire. Solo puro sentire. E più del sentire e del volere non c'è nient'altro che posso costruire. Quale che sia l'età, il lavoro, la posizione sociale o il paese di provenienza.
    Distruzione può essere rimanere, distruggere può voler dire andare, la differenza la fa la persona e le convizioni che si hanno. Le convinzioni, non i programmi di vita, non pianificare, non darsi scadenze. Il finto ordine, è quello. L'ordine mentale che uccide appena si vede il montaliano buco nella rete.
    E si vede, si vede per strada (in Italia e non) si sente nel cuore e, peggio, nella testa (e allora veramente potresti vederlo o sentirlo anche a Timbuctù, ma tant'è).
    Chi rimane e chi va, chi torna e chi si ferma. Non credo ci siano vittime tra chi sceglie. E chi sceglie, con la pancia, con il cuore, con la testa e con ogni atomo non ha nazione, ha umane paure ma non (si) distrugge. Chi sceglie si costruisce. Con umana paura.
    Hope for a generation. Senza finestre gelide, o appoggiati a finestrini gocciolanti pioggia, forse soli o forse no ma almeno consapevoli d'aver scelto. Anche fosse solo quel viaggio, per piacere per piacere che basta ed è interiore.

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  2. uhm...fin quanto si può essere "neolaureato"?

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  3. Secondo me, caro Meni, per un pelo ci sei ancora dentro. Ma forse anche da videomaker puoi dire la tua. Per quanto riguarda il resto: mi innervosisce l'idea di distacco e viaggio lontano senza una precisa scelta alle spalle. Perchè sì: chi sceglie costruisce.

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