domenica 14 febbraio 2010

Tutti a casa


Un egiziano morto accoltellato, rivolta in viale Padova, Salvini suggerisce di andare a prenderli a casa uno per uno, consigliere pdl del Comune pizzicato con tangente, un barbone preso a sprangate nella notte, nevica e la città si spaventa. Grazie a Dio. Avevo paura di tornare a Milano e di non riconoscerla più. Fiuuuuu.

In ogni caso, torniamo a venerdì sera. Così come due anni e mezzo fa il caro Brendan, deejay e radiofonista, ci aveva buttato nella mischia allo storico St. Jeromes facendo così nascere l’esperienza del Riveramazzola Sound System all’insegna del reggae cazzaro europeo, così Brendan, anche a questo giro, ha fatto il bel gesto. Programma radiofonico da condurre su PBS dalle 22 alle 24 e voglia di passare un po’ di quella musica stile St. Jeromes (rip) 2007. Ho buttato sulla chiavetta qualche canzone e mi son presentato in studio. Sono state ore intense, molto. Parlare inglese va bene, ma discutere di musica lirica e background napoletano nelle canzoni degli Almamegretta (sì, perché Brendan è un fan australiano degli Almamegretta..) è altra cosa. E che fatica. Però divertente, molto. Ed è divertente soprattutto pensare che qui queste cose si possano fare. Stiamo parlando di cagate, sia chiaro, ma proprio perché cagate si dovrebbero poter fare. “Vuoi suonare? Suona”, “Vuoi venire a condurre con me e mettere la tua musica? Ti aspetto”, “Hai paura a mettere quel brano? Paura che non suoni bene in radio? Siamo in Australia, mate”. Ecco, un modo di fare così mi tranquillizza, tanto. Perché anche se non sei nessuno, loro ti dicono due paroline giuste per sentirti qualcuno. Non è poca roba, soprattutto per chi ha un’autostima su livelli discutibili.

Ma parliamo anche di questa nuova casa. Da ieri sono qui a North Richmond e la cosa mah. Diciamo mah. Partiamo dal quartiere e diciamo subito che siamo immersi nell’area vietnamita (soprattutto) ed asiatica. Victoria street è un susseguirsi di mercatini, mercati del pesce, fruttivendoli decisamente asian. Ho risentito per la prima volta un miscuglio di odori sentiti finora soltanto nei mercati di Bangkok. E’ stata una bella botta. Non posso dire di essermi sentito a Bangkok ma ho ritrovato alcune cose. Il comportamento di queste persone, malate di lavoro e carretti sui quali trascinare frutti e verdure mai viste; ma anche il loro essere seriosi, ordinati nel loro disordine. Insomma: fascino. Il fascino loro, il fascino di una via viva e dinamica anche la sera, il fascino dell’essere a due passi dall’area più conosciuta di Victoria Parade e Fitzroy Gardens. Tutto bene. Poi ecco, arriviamo alla casa. Se tu, dopo aver percorso chilometri e chilometri nel deserto, ti ritrovassi davanti a una tanica d’acqua sporca, probabilmente la berresti e la troveresti anche tremendamente dissetante. Ecco. Dopo aver girato case, chiamato persone, macinato fermate del 112 e 109 su tutte, ho avuto un’opportunità e l’ho colta senza concentrarmi troppo sull’estetica, mettiamola così. Perché a rivederla ora, da housemate con mazzo di chiavi al seguito, questa casa sì, per certi aspetti fa cagare(in un certo senso non fa cagare. leggi di seguito).

Promossa (non però brillantemente..diciamo con un 6) camera mia. Ma il bagno, signori, il bagno è un’esperienza unica, che fa spavento e che tempra i deboli. Per prima cosa le pareti sono fatte di un misto compensato/cartongesso in là con l’età. Dei buchi sul soffitto sono tappati malamente con dell’alluminio (risultato scarso). Ovunque piastrelle che servono a tappare buchi che farebbero vedere piastrelle che non riescono a tappare buchi. La porta del bagno non è, diciamo, rasente, al pavimento ma lascia uno spazio di 3-4 dita, permettendo ad esterni di vedere il bagnante e rubando al bagnante ogni sua ricerca di intimità. Ecco, un bagno senza intimità, soprattutto se aggiungiamo anche che la finestra dà, senza tenda o altro, esattamente sul giardinetto dove c’è un bel tavolo. L’architetto doveva essere alle prime armi. In sostanza si caga solo se non c’è nessuno in giardino e se non c’è nessuno in salotto. Quindi, paradossalmente, una merda.

Veniamo agli inquilini molto rapidamente. Coppia francese che ringrazio in quanto mi fa sentire madrelingua australiano. Coppia inglese/australiana che non ho ancor avuto il piacere di conoscere. David, giovanotto inglese tranquillo. E ‘tizia’ (non mi ricordo il nome), personaggio bizzarro, vegetariana, salutista, hippie, di professione danzatrice col palo. No, non lap dancer, no. Danzatrice con palo (per info vai qui http://it.wikipedia.org/wiki/Pole_dance). Va bene così dai. Poteva capitarmi un uomo danzatore di palo. Almeno quello lo abbiamo evitato.







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