domenica 21 marzo 2010

La finale già persa

Non è supponenza per la finale di Madrid e nemmeno pessimismo/paura di non arrivarci. La finale l’abbiamo persa, ieri. All’Etihad Stadium di Melbourne è andato in scena l’atto finale della A-League, uno dei campionati di calcio più spumeggianti del globo. Melbourne Victory (loro sì, supponenti già nel nome) vs Sydney Fc. La lotteria dei rigori ha decretato campioni quei cani del New South Wales. Per la cronaca, Melbourne ci ha provato più volte dopo il pareggio ma a nulla sono serviti i supplementari. Anche io c’ho provato, dopo i penalties, a prendere i taxi per andare a una festa a Yarraville, ma a nulla è servito il taxi, bloccato sempre dagli stessi cani, presi da festeggiamenti in Spencer st. Per la cronaca alla festa ci sono arrivato. Tardi ma ci sono arrivato. Partita travolgente se si pensa che per la prima volta nella mia vita mi sono alzato dal mio posto (ben 4 volte) nei primi 90 minuti. Birra, pipì, hamburger, pipì. Partita comparabile ad una finale playoff di Lega Pro, ravvivata da falli splendidi che in Italia avrebbero fatto finire il match in 8 contro 8 e dall’infortunio critico di Archie Thompson in chiave mondiali che ora riapre le porte dei Socceroos a Viduka.

Clima in ogni caso stupendo: 50mila persone, fish&chips libero, tanti bambini e tante bellissime donne. Ne abbiamo discusso con Adrian, amico argentino, di queste donne biondissime ed in forma, dotate di tacco e vestitini aderenti per una partita di calcio. Non abbiamo trovato una risposta al perché la donna media nello stadio fosse esteticamente superiore alla donna media australiana. Adrian, scuola Boca Junior ed infanzia spesa alla Bombonera di Buenos Aires, ha in ogni caso colto nel segno: “queste qui da noi sarebbero incinte ancora prima di sedersi al loro seggiolino”. Da noi no. I nostri tifosi le farebbero accomodare e star tranquille almeno fino al calcio d’inizio. La giornata di ieri ha anche visto il ritorno sulla tavola da surf dopo 2 anni e mezzo. Momenti difficili. Credo di aver messo di buon umore un’intera spiaggia di Phillip Island. Quindi qualcosa di buono è stato fatto.


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