domenica 7 marzo 2010

Zelandia





CRONACHE:

Christchurch-lake tekapo-mt cook-glaciers-queenstown-milford sound-dunedin-christchurch. Questo il giro in sintesi, difficilmente sintetizzabile in un post ma ci si prova. Ho visto colori che pensavo esistessero solo con l'uso di photoshop..ho visto il ghiaccio e non l'ho mai visto cosi' vicino al mare. Ho sentito il sole scottarmi e la pelle tirare per il sale. Non so che cosa le diano da mangiare qui, ma la luna che ho visto all'alba del primo giorno era immensa, grassa, con personalita'. Grossa e grassa e bellissima. E non si dica grasso e' brutto. Per la prima, primissima volta nella mia vita mi sono emozionato guardando la natura.

Mi son sentito inutile. piccolo, piccolissimo. In un giorno sono stato punto dal ghiaccio, bagnato dalla pioggia, prima asciugato e poi scottato dal sole, poi ancora portato a spasso dal vento. Di fronte a tutto questo non contiamo un emerito cazzo. E così ripensiamo ai limiti e pensiamo. Tanto. Migliaia di km percorsi in compagnia di Antoine sulla nostra macchina con un'autoradio inutile che, appena si esce dalle grosse citta', gracchia e ti mette ancora di piu' di fronte al silenzio ed agli spazi. Centinaia di km percorsi dopo aver lasciato Antoine, lungo la costa risalendo verso Christchurch. Solissimo nel vuoto ma pienissimo di pensieri che appena mettono fuori la testa dalla mia, di testa, si accorgono anche loro del bello che c'e' fuori e si bloccano, come impazziti. Oggi mi sono accorto di non pensare. A Milano penso male, in Australia sto cercando di imparare a pensare bene per portarmi a casa il metodo. Qui non ho pensato, non son riuscito. In balia di scenari che cambiavano ad ogni curva, ad ogni valle. Avrei anche dovuto pensare? Qui non comandavo mica io.

IRONICHE:

Nuova terra del mare. Cosi' l'hanno chiamata i brillanti olandesi quando sono arrivati dopo essersi fatti un bel cannone. D'altra parte, da un popolo che fino ad ora come invenzioni ha tirato fuori gli zoccoli di legno e le zoccole in vetrina, non possiamo aspettarci tantissimo di piu. Se intendiamo come mare una massa d'acqua enorme allora si: il nome va bene. Aldilaà degli olandesi a me piace. Zelanda e' simpatico. Come tutte le parole che finiscono in 'nda'. Non so, mi mettono tranquillita' ed allegria: locanda, la spagnola bufanda, gioconda, bevanda. Un pò come quelle che hanno una P o B e una doppia F. Ecco quelle fan spisciare tutte: buffo, puffo, baffo, paffuto, piffero.

Compagno di viaggio era Antoine, francese e velista..fa regate insomma. Due cose spocchiose messe insieme. Mancava, non so, simpatizzante di Bondi ed amante di Tiziano Ferro. Alla fine si è rivelato il classicissimo transalpino dopo 3 giorni di viaggio. Ma era nervoso, mi ha detto. E noi lo si perdona. Tranne che per la notte a Queenstown. Ha fatto il brillante, lui. “Paga una notte per una persona. Poi entri in stanza e se c’è posto anche per me siamo a posto. Uno al prezzo di due”. Il letto c’era ma vaglielo a spiegare alla signorina che ha reclamato il letto all’una di notte che lui ha fatto il furbetto. Problema risolto? Consulteremo la carta di credito che in questi giorni ho strisciato con gusto. Ed è stato bello sentirsi rispondere al “Guarda che io non sono quel tipo di italiano” un bel “Io però son quel tipo di francese”. Cane.

Venendo a loro, gli zelandici: sono un popolo esteticamente brutto. C’è poco da dire. I maori sono un’altra cosa, loro sono affascinanti. Ma gli zelandici tipo son bruttini. Donne e uomini, soprattutto direi donne. Ho poi notato che sono leggermente più musoni degli australiani. Cioè, gentilissimi, cortesissimi e col sorriso pronto..ma ogni tanto ti può capitare quello con la luna storta. Che qui è solo leggerissimamente storta eh, però lo noti. Ma provate voi a vivere una vita nell’umido e nella pioggia. Avreste anche voi i maroni girati. Tipo i liguri. Il colore e l’allegria è stato dato, in ogni caso, dalla nutrita presenza di argentini che non potendo richiedere il Working Holiday Visa per l’Australia si riversano in New Zealand. Ah, ecco, un argentino col suo van è riuscito a colpirci in retromarcia. Però era ricciolino, parlava argentino e mi sono emozionato pensando potesse essere parente di Maradona. Quindi ci siamo abbracciati ed è finita lì. Per il resto, l’Italia ha il Salento come Jamaica della penisola. L’Oceania ha la sua isoletta che non è caraibica ma musicalmente sta spanne sopra. Perché? Non lo so. Il reggae è parte di loro. Già detto di Wellington come Kingston dell’emisfero ma la cosa che impressiona è l’ascolto che si può fare in ogni negozio e per le strade. Dentro un negozio di abbigliamento sono stato accolto con i Salmonella Dub; in un bar con i Fred Freddy’s Drop; in un supermercato sentivo i Katchafire. Patriottici e profondamente jamaicani. Profondamente fighi. E sentire il menestrello in strada che ti suona i suoi pezzi in levare non ha prezzo. Ogni paese ha la musica che si merita. O forse, ogni musica ha il paese che si merita? Anche qui, non lo so. La domanda retorica ci porta a rispondere Valerio Scanu.

Le cose serie sono già state esposte nelle ‘cronache’. C’è poco da dire se non che il rientro anticipato di un paio di giorni dipende dall’aver macinato km in pochissimi giorni e dal bisogno di risparmio di qualche dollaro. Che potrà tornare utile. Ho trovato una Melbourne sotto assedio meteo. Ieri mi sono perso il temporale peggiore degli ultimi anni con allagamenti e uffici chiusi. In ogni caso qui la natura vince e l’uomo si arrende. Bello e romantico. Non una polemica per l’allagamento. Non una guerra sulle responsabilità. Sulla questione è intervenuto il vice sindaco di Milano decorato dicendo “Noi l’avevamo detto. E i nostri mezzi spargisale funzionano benissimo”. Così, giusto per rompere i coglioni. Non mi perdo invece gli insetti che stanno venendo fuori con l’umido e che mi hanno già dato il bentornato. Una lumaca sulla parete ovest del bagno mi ha sorriso e qualche verme ha tentato di abbracciarmi Un po’ come gli australiani: calorosi da subito.

Adesso è ora di studiare. Giovedì si canta al Bar Open per Uberlingua. Dieci minuti ad mc, dj, ballerine e musicisti. Un circo in cui Sbirulino non può permettersi di sbagliare.

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