giovedì 25 marzo 2010

Lingualunga (Cud-iu -pi-pèlli?)

Degli indiani ne abbiamo parlato fino alla nausea. Sono loro i padroni del mondo taxi. Pertanto la percentuale di salire su un bel Cab, entrare, girarsi a destra e vedere un bel signorino di Mumbay si aggira attorno al 75%. Ma va bene, benissimo. Fino a quando ti allacci la cintura però. Perché poi dici “36 Shelley st, please” e lì loro mi vanno in sbatti. Gli indiani hanno tutti questa caratteristica. Dio salvi gli indiani e il Chicken Tikka Masala. Ma gli indiani non sanno le strade, di default. Un esamino potrebbero farlo, un tuttocittà da studiarsi la sera. No. Niente, tanto panico. Lo vedi nei suoi occhi bianchi bianchi e teneri, ingenui. Molla una mano dal volante, si allarga il colletto della camicia denotando nervosismo e va lì, lì dove secondo me non si può, non si deve. Il tom tom a ventosa sul vetro. Dai, è come uno chef che fa i suoi piatti sfogliando il ‘cucchiaio d’argento’. Anzi, è peggio. E’ come un pittore che dipinge ma a utilizza le figure già stilizzate da riempire coi colori. Il tassametro segna 4.80 e tra una ventina di secondi sarà sul 5.40. Gioco di sguardi, sorriso, tip tic, trac, tip…..bip. “Cud iu pi pèlli?”. Niente, potrei rispondere qualsiasi cosa. Riproviamo: “36, shelley st, North Richmond.”. Effettivamente mi son dimenticato di specificare il quartiere. Eccolo, il 5.40. “Cud iu pi pèlli?”. Ostia. Mi prendo qualche secondo per riflettere e far arrivare il conto a 6.00. Poi mi viene in mente la Thailandia dell’anno scorso, i loro tassisti capaci di ripetere a cantilena un “uè iu go?”, un simil “where are you going?” e lì la svolta. “Cud iu pi pèlli”..banalmente “Could you please spell it”. Scemo io. E allora rimedio facendogli questo benedetto “pèlli”. Non capisce, digita. Io lo correggo, lui non trova, io guardo il tassametro, io pèlli pelli ma niente, lui smadonna stretto io lo seguo a ruota, momenti difficili, tassametro eiacula e allora BASTA. Faccio segno dritto, dritto dritto, prima a destra, fermo qui e ci siamo. Il tassametro si fuma una sigaretta. Scendo. Ma ho imparato, in ogni caso. Ora salgo, sparato, i suoi occhi timidi non mi fregano, non li incrocio. Mi allaccio la cintura e chiedo di portarmi al 36 di s-h-e-l-l-e-y street. “mi hai preso per un cazzo di indiano? Mi devi fare lo spelling? Shelley, non son rincoglionito”, risponderà uno di quelli biondi, appartenenti al restante 25%.

E spendiamo qualche parola per la coinquilina francese. Tenera, ingenua, spesso irritante nella sua ingenuità che la trasforma in una 14enne, sempre e comunque di una pesantezza esagerata. E siamo sempre nell’ambito del linguaggio. Come sapete, assieme a francesi e spagnoli, ci giochiamo il cucchiaio di legno come capre english speaking. La tenerissima ragazza in casa, apprezzabile, vuole migliorarsi, vuole sentire inglese e parlare inglese. Ogni ora, ogni secondo. Ogni occasione è buona. Quando stai cucinando lei arriverà chiedendoti cosa stai facendo (secondo te cosa sto facendo?), ti dirà cosa ha fatto nella giornata e cosa farà domani. Tutto questo nonostante tu non glielo abbia mai chiesto. La mia gentilezza sembra avere un limite. Quando entrerai in casa dopo una giornata di lavoro duro (perché non siamo mica qui a far ballar la scimmia=we’re not here to fuck spiders…giuro.) lei si butterà in corridoio attaccando bottone. Tutto questo è tollerabile per un mese ma non di più. Anche perché capire il suo inglese risulta difficile, molto più dell’australiano. Mi ritrovo quindi ad evitare di dare spunti di conversazione. Ora quando entri in cucina SAI che il suo sguardo è su di te, SAI che i suoi occhi ti scrutano ed il suo cervello si sta mettendo in moto per partorire una frase e rompere il ghiaccio. Ma io ora SO. E quando entro in cucina abbasso lo sguardo, fingo di ricevere una telefonata al cellulare, fingo di avere freddo quando sono in giardino e lei arriva, fingo di avere caldo e vado in giardino quando è lei a cucinare. In tutto questo ho deciso di parlarne con LIz. L’ho presa in disparte qualche giorno fa confidandole il disagio. “Quella parla troppo. Non si può restare solo con lei”. Liz mi ha guardato con occhi lucidi, ha abbozzato un sorriso, si è alzata dalla sedia e mi ha abbracciato. L’incubo non è solo italiano.

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Consigli per gli ascolti:

-per mobilitare la massa nella piazza (1 milione e mezzo), visto il momentino http://www.youtube.com/watch?v=ZN3nwA5K5ro the fratellis con ’chelsea dagger’

-il clima elezioni non può che influenzare anche i consigli. Direttamente da Christchurch ecco Kora con ‘politician’ http://www.youtube.com/watch?v=1HU83XckOeM

-primavera, sole ed ormoni con Gig Wigmore e la sua ‘Under my skin’ http://www.youtube.com/watch?v=cGdIpcj0HJo

-ora che le giornate si allungano, qualora ci fosse una bella giornata tiepida, camminate in qualche parco cittadino aspettando il tramonto con John Butler Trio ‘Better than’ http://www.youtube.com/watch?v=79cG_F1GxfI

-da ascoltare rigorosamente dopo le 2 am spalancando la finestra e guardando il silenzio fuori http://www.youtube.com/watch?v=_rl1qbz5_nI

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